“Non leggono. Non si interessano a nulla. Sono sempre appesi al telefono. Non sanno scrivere più….”
Lo sentiamo ogni giorno, troppe volte, invece come dice la mia amica Alice, i ragazzi se credi in loro, se li ascolti, se dai loro spazio sono Grandiosi.
Tipo quando c’è una insegnante come Loredana che sa vedere quanto sono Capaci. Quando mettono tutte le loro energie anche se scrivere potrebbe sembrare una montagna da scalare, quando entrano in un libro con tutti e due i piedi mentre noi adulti ancora li guardiamo dicendo che non leggono, loro (noi si?).
E noi qui siamo Fieri di ospitarli, a raccontare libri difficili, a incontrare la Guerra in una cittadina che in questi ultimi anni si è riempita di commemorazioni della Grande Guerra, a volte ospitando più raduni militari che spazi per loro, i cittadini di domani. E così eccovi una possibilità di sentire la loro voce, si alza dai banchi di scuola e per rispetto come potrete leggere non abbiamo toccato i loro scritti. Grazie 3E della Da Ponte, servono ragazzi come voi. (e Grazie Prof La Causa!) Serve coraggio per mettersi in gioco.
War Horse è uno libro per ragazzi scritto da Michael Morpurgo. Nel 2003 lo scrittore è stato nominato ambasciatore ufficiale della letteratura per ragazzi in Gran Bretagna. È un romanzo storico e avventuroso da cui è stato tratto anche un film. Il romanzo è ambientato durante la Prima Guerra Mondiale che viene interamente vissuta da Joey, il protagonista principale e narratore, che è il cavallo di Albert, un ragazzo inglese. L’antagonista della storia è la guerra che divide i due quando Joey viene arruolato nell’esercito e parte per la Francia. Nell’esercito Joey conosce il capitano Nicholls, che si prende cura di lui, e un altro cavallo, Topthorn, che lo aiuta ad adattarsi alla sua nuova vita. Durante un bombardamento Joey e Topthorn vengono catturati dai tedeschi e incontrano Emily e suo nonno che si prendono cura di loro e li accolgono nella loro fattoria. Dopo un altro bombardamento, in cui Topthorn muore, Joey si ritroverà nella “terra di nessuno” dove due nemici tirano a sorte per decidere il suo destino e torna nel fronte inglese e ritrova Albert, il suo grande amico che, dopo averlo riconosciuto, è contentissimo di averlo ritrovato. Joey incontra anche l’ostacolo della malattia quando si scopre che ha il tetano ma, con l’aiuto dei veterinari, riesce a superarlo. Alla fine della guerra Joey e Albert tornano a casa loro in Inghilterra, dove il ragazzo si sposa e prende le redini della fattoria di famiglia continuando ad accudire Joey e a cavalcare con lui.
Il romanzo affronta l’importante tema dell’amicizia tra un ragazzo e il suo cavallo, che supera perfino l’ostacolo della guerra. E ci insegna che pur essendo “nemici” si può trovare un accordo pacifico senza ricorrere alle armi.
Questo romanzo ci ha suscitato molte emozioni tra cui gioia, quando Joey e Albert si ritrovano, e tristezza, quando Joey rischia di morire. Oltre a farci riflettere sul tema dell’amicizia, che è presente in tutta la storia, il libro ci ha fatto commuovere in alcune parti.
EGZON, SAMUELE, SOFIA, JENNY
Il romanzo dal titolo “La notte in cui la guerra si fermò” è stato scritto da James Riordan , scrittore nato in Inghilterra nel 1936. Svolse numerosi lavori come: l’artista, il cameriere e l’impiegato delle ferrovie. Dopo aver imparato il russo visse a lungo a Mosca e con il romanzo “Sweet clarinet” vinse il premio Nasen; morì nel 2012.
È un romanzo storico ed è stato pubblicato nel 2000 da Mondadori.
Nella cittadina di Portsmouth ci sono due amici di nome Harry e Jack che aspirano a diventare grandi calciatori; vivono come qualunque ragazzo della loro età, tra partite di calcio, compiti e marachelle fino a quando il Preside della loro scuola annuncia l’entrata in guerra dell’Inghilterra ed Harry e Jack vengono arruolati nell’esercito e mandati al confine tra Francia e Belgio a combattere contro i tedeschi. Furono periodi difficili in cui uccisero molti soldati. Jack comunicava con la sua famiglia tramite le lettere che scriveva alle sorelle. Con il passare del tempo arrivò il Natale e durante la notte tedeschi e inglesi fecero una partita di calcio mettendo in atto una piccola tregua che terminò appena finito il Natale.
Durante quel giorno di “PACE” Jack fece amicizia con Erich, un soldato tedesco che, come Jack, detestava la guerra.
Cinquant’anni dopo Jack ormai anziano, va in Francia con il nipote a visitare un cimitero inglese e onorare la tomba del suo vecchio amico Harry che, sfortunatamente, era saltato in aria colpito da una bomba. Accanto al cimitero inglese c’era quello dei soldati tedeschi, ed Harry decise di visitarlo; qui incontrò Erich, anche lui con la sua nipotina.
Il romanzo, ambientato durante la Prima Guerra Mondiale, affronta temi importanti come l’amicizia, gli orrori della guerra e l’importanza della famiglia. L’amicizia è rappresentata dal rapporto tra Harry e Jack, ma soprattutto tra Jack ed Erich. La famiglia per Jack è molto importante infatti grazie alla corrispondenza con le sorelle ne mantiene sempre vivo il ricordo.
In questo romanzo ci sono vari personaggi, ma i principali sono Harry e Jack.
Jack, il protagonista, è un ragazzo smilzo, alto e molto magro; ama giocare a calcio e odia la guerra, è coraggioso ed è un grande amico che sa come consolare gli altri.
Il romanzo è caratterizzato da un lunghissimo flashback attraverso il quale i ricordi del protagonista “narrano” tutta la vicenda. Il ritmo narrativo è molto rapido, soprattutto nelle scene di guerra; inoltre è molto veloce da leggere e infine trasmette valori importanti sui quali dovremmo riflettere per vivere bene con la persone che ci stanno intorno.
La lettura di questo romanzo è stata molto interessante, ma la cosa che ha colpito tutti noi e che ci ha lasciati molto sorpresi è il messaggio che l’autore ha voluto comunicare e cioè quello dell’amicizia, che riesce ad essere presente anche durante gli orrori della guerra, e che non conosce limiti. Questo conferma in noi l’idea che in qualunque epoca, in qualunque situazione e contesto noi ragazzi siamo spinti a ricercare l’amicizia, ne abbiamo bisogno e ci viene naturale e spontaneo cercarla.
Luca Z., Nicoletta, Kirtan, Luca D
Resta dove sei e poi vai è un romanzo scritto dall’ autore John Boyne, scrittore irlandese nato nel 1971. Nella sua vita ha scritto quattordici romanzi sia per adulti che per bambini, tra cui “Il bambino con il pigiama a righe” che ebbe un successo internazionale e che nel 2008 diventò un film per la regia di Mark Herman. Resta dove sei e vai è un romanzo storico-narrativo pubblicato dalla casa editrice Rizzoli nell’anno 2013, tradotto dal l’inglese da Francesco Gulizia.
I titoli dei capitoli rimandano a canzoni molto popolari tra i soldati britannici durante la Prima Guerra Mondiale.
Il protagonista è Alfie, un bambino; altri personaggi importanti sono sua madre Margie, infermiera in un ospedale, suo padre Georgie, Kalena, una cara amica di Alfie e il padre della ragazza, Mr Janàcek.
Alfie è un bambino di cinque anni che vive a Londra con i suoi genitori. Appena iniziata la guerra, suo padre decide di arruolarsi volontario nell’esercito inglese e Alfie rimane a casa con sua madre. All’inizio a casa arrivano molte sue lettere, poi però diminuiscono sempre di più fino a quando non ne arriva nemmeno una. Alfie comincia a preoccuparsi e crede che suo padre sia stato ucciso. Sua madre gli spiega che il padre è in missione segreta e perciò non può dare notizie, ma Alfie capisce che sta mentendo.
Mentre il padre è in guerra, Alfie si accorge che il cibo e i soldi cominciano a scarseggiare e che quelli che guadagna sua madre, facendo la lavandaia e l’infermiera, non bastano. Così decide di andare a fare il lustrascarpe in stazione. Proprio qui incontra un dottore, e un giorno Alfie si accorge che in uno dei fogli che l’uomo teneva in mano c’era scritto il nome di suo padre. Scopre così che il padre è ricoverato in un ospedale inglese. Un giorno, decide di partire con il treno per andare nell’ ospedale in cui si trova suo padre per riportarlo a casa. Quando arriva, vede molte persone ferite e sente urla di dolore dei soldati; Alfie, impaurito, decide di uscire e andare nel giardino, dove si trovano altri pazienti, tra cui suo padre. Alfie corre subito verso di lui, ma suo padre non lo riconosce. Il figlio gli promette che tornerà a prenderlo per portarlo a casa e per non farlo soffrire in quell’inferno.
Al secondo tentativo ci riesce e insieme salgono sul treno diretti a casa. Quando arrivano in stazione. George chiede a suo figlio di comprargli un pacchetto di sigarette, ma quando il ragazzino si volta indietro, suo padre sparisce. Alfie torna a casa disperato e quando sua mamma torna dal lavoro le spiega tutto l’accaduto. Dopo un po’ bussa alla porta il vicino di casa Joe Patience, molto amico di George, che era entrato nel suo salotto; quindi Joe era andato ad avvisare la famiglia Summerfield. Poco dopo da fuori si sentono grida di gioia: finalmente la guerra è finita. Con il tempo George riesce a superare lo shock e riprende il suo lavoro, e Alfie lo aiuterà va a guidare il carro per la consegna del latte.
Tutto ciò che Alfie aveva fatto per il padre lo aveva fatto per il migliore motivo al mondo. Per amore.
Le tematiche affrontate in questo libro sono le esperienze di un bambino che vive durante la guerra e come questa porti molte disgrazie. Questo fa capire al lettore varie cose, ad esempio che non bisognerebbe fare la guerra, ma come tutte le cose, noi uomini impariamo sempre dopo aver commesso gli sbagli, e a volte nemmeno dopo…
Inoltre, il libro affronta un tema molto importante, l’ amore tra padre e figlio. Questo si capisce perché Alfie cerca di salvare a tutti i costi suo padre.
Secondo noi il messaggio che il romanzo trasmette come la guerra rovini non solo fisicamente ma anche psicologicamente i soldati e come questo coinvolga le loro famiglie.
Taha, Angelica, Marianna, Julian
IL GIORNO DEGLI EROI
Guido Sgardoli, nato a San Donà di Piave nel 1965 e laureato in medicina veterinaria, è uno dei più importanti scrittori italiani per ragazzi ed è vincitore di molti premi. Nel 2014 ha pubblicato un libro con la casa editrice Rizzoli intitolato Il Giorno degli Eroi, di genere storico ambientato durante la Grande Guerra.
L’Italia entra in guerra a sostegno di Francia, Russia e Inghilterra. I ragazzi italiani non vedono l’ora di combattere per la Patria ma non è consentito a tutti; fra coloro che non possono partire per il fronte c’è anche Silvio, quindicenne figlio di contadini, che non può entrare in guerra perché è troppo piccolo e aspetta con ansia notizie di suo fratello maggiore Carlo, il quale è già partito per il fronte. Anche Aldo, più piccolo di Carlo ma più grande di Silvio, non può andare in guerra per un problema al piede e decide di andare a lavorare in fabbrica e, per guadagnare di più, comincia a commerciare al mercato nero, perciò illegalmente. Lina è la più piccola della famiglia e un giorno trova in mezzo al bosco un soldato tedesco ferito a causa di un incidente aereo; lo cura e se ne innamora ma Silvio li scopre e il soldato è costretto a fuggire. Dopo qualche anno Silvio e Aldo devono partire per il fronte dove scoprono che Carlo è fuggito perché stanco di combattere e soprattutto deluso e consapevole, adesso, che la guerra porta solo orrore e distruzione. Al fronte Aldo diventa pazzo e Silvio scopre che padre, madre e Lina sono dovuti fuggire.
Il 25 dicembre 1917 Silvio decide di uscire dalla trincea per festeggiare il Natale con i tedeschi com’era avvenuto sul fronte inglese qualche anno prima. I generali decidono di fare una pausa e si accordano per ricominciare a sparare due giorni dopo, Silvio però non si arrende e viene ucciso da una pallottola quando, il giorno in cui la guerra sarebbe ricominciata, esce allo scoperto.
La storia è raccontata dal punto di vista di Silvio: Il narratore è esterno mentre la sua focalizzazione è interna.
Questo libro non parla solo dei soldati e dei loro pensieri ma anche delle loro famiglie che aspettano notizie. Guido Sgardoli vuole trasmetterci il messaggio che la guerra è terribile, i soldati muoiono credendo che donare la propria vita per la Patria sia la cosa più bella del mondo ma la guerra non è mai una cosa bella. La Grande Guerra è stata terribile non solo per i soldati ma anche per le famiglie che vedono i loro cari partire per il fronte e, molto spesso, morire.
A Leonardo e Fabio il libro non è piaciuto molto perché era, secondo loro, noioso e non capivano mai in che momento si svolgevano le vicende, se prima che Silvio andasse in guerra o dopo. Inoltre dicono che ogni libro sulla Prima Guerra Mondiale esprime, più o meno, lo stesso messaggio.
Ad Agata invece il libro è piaciuto perché non era troppo lungo e si leggeva abbastanza velocemente.
Mamour ha dato un importante contributo durante il lavoro: ci ha aiutati a mantenere la concentrazione e a non perdere tempo in chiacchiere inutili.
Agata, Leonardo, Fabio, Mamour
Abbiamo trovato questo romanzo interessante, “fuori dagli schemi” perché a differenza di altri libri racconta la guerra da un altro punto di vista, ovvero quello delle donne che ne restano a distanza. Il linguaggio è semplice e scorrevole e la storia è molto adatta ad adolescenti che desiderano conoscere come si viveva la guerra lontano dal fronte. Il messaggio che questo libro vuole trasmettere è che la guerra non la subisce solo chi la combatte ma anche chi ne resta lontano, come appunto le donne. Le tematiche affrontate sono la famiglia, l’adolescenza, l’amore e i problemi causati dalla guerra.
Vi si narra la storia di Jolanda, una tredicenne che visse la prima guerra mondiale a Martignacco, in Friuli, separata dalla madre Antonia, esiliata perché aveva origini austriache, da suo padre Domenico e dai fratelli Francesco e Antonio chiamati al fronte. Jolanda rimase sola con la sorella minore Mafalda e l’asina Modestine con le quali dovette affrontare un lungo viaggio, aiutata da zia Adele, per ritrovare una nonna di nome Natalia che non sapeva nemmeno di avere.
Il narratore è interno ed è Jolanda, una prima persona vivida e pungente.
Il libro è edito da Bompiani, che lo ha finito di stampare nel mese di giugno 2018.
L’autrice del romanzo, Chiara Carminati, è nata a Udine nel 1971. E’ laureata in lettere moderne ed è appassionata di poesie per bambini, che scrive e traduce in corsi e incontri organizzati in biblioteche, scuole e librerie in Italia e all’estero.
Alessandro, Michele, Filippo, Elizabeth